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In molti locali d’Italia il caffè non è solo una bevanda ed i pasti non costituiscono solo un servizio. Esistono Pubblici Esercizi che raccontano storie, tradizioni e culture, veri e propri simboli di un’epoca che, nel corso del tempo, sono diventati punti di riferimento per cittadini e turisti.
Per la FIPE la regolamentazione degli home restaurant risponde ad un’esigenza di equità e sicurezza prima ancora che di sfida competitiva. D’altro canto, in Italia ci sono oltre 470 mila attività di ristorazione a dimostrazione di quanto gli imprenditori di questo settore siano abituati a misurarsi sul piano della concorrenza. Non sarà, dunque, la presenza di queste nuove attività a stravolgere l’assetto del mercato a patto che rispettino gli obblighi fiscali, sanitari e di sicurezza a tutela dei consumatori e del settore.
In un mondo sempre più digitalizzato, le recensioni online hanno assunto un ruolo cruciale per le attività di ristorazione. Un recente sondaggio FIPE ha mostrato che il 65,5% dei consumatori, prima di scegliere un ristorante, legge le recensioni online, attribuendogli un’importanza centrale per farsi un’idea sul servizio offerto, sulle pietanze e sull’atmosfera generale del locale.
Con circolare del 05.07.2024, la Regione Veneto ha fornito a Comuni, Camere di Commercio e Ulss del territorio un chiaro indirizzo interpretativo riguardo le attività di home restaurant, confermando che, in assenza di una specifica disciplina, tali soggetti devono rispettare le vigenti disposizioni regionali in materia di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (similmente CdS sent.n. 02437/2023 e Tribunale di Pisa sent. n. 492/2024).
Per la prima volta in Italia il Tribunale di Pisa in appello stabilisce che un Home Restaurant deve seguire le stesse regole di un ristorante, anche se ha un differente trattamento fiscale. Una sentenza storica che permette ai Comuni di regolarizzare molte situazioni. La Fipe trova conferma della sua posizione che puntava a rendere uguali le norme
Con sentenza di secondo grado n. 492/2024 il Tribunale di Pisa ha confermato che gli Home Restaurant sono attività di somministrazione di alimenti e bevande e, come tali, soggiacciono al medesimo trattamento normativo, ivi compreso l’obbligo di abilitarsi con SCIA.
La sesta sezione del Consiglio di Stato si è recentemente pronunciata sulla tematica degli home restaurant. Come noto, trattasi di un’attività che si caratterizza generalmente per la preparazione di pranzi e di cene presso il proprio domicilio in giorni dedicati e per poche persone, considerati come ospiti “personali” ma paganti (cfr. Risoluzione Mise n. 50481/2015) e pubblicizzata anche tramite domini su siti web.