Valorizzare i locali storici per salvare il centro delle città. Fipe-Confcommercio alla camera: “Ma servono incentivi”
Roma, 9 novembre 2021 – Tra il 2008 e il 2019 nel centro storico di Milano i ristoranti tradizionali sono cresciuti del 65%, mentre take away o pizzerie al taglio sono più che triplicati, +339,4%. Discorso simile a Genova, dove nel decennio 2008-2019 i locali senza somministrazione sono cresciuti del 115,7%, mentre i ristoranti solo del 33,7%.
Uno snaturamento dei centri storici delle principali città italiane che preoccupa non poco i rappresentanti dei pubblici esercizi. Ed è da questa fotografia della situazione che è partito Alessandro Cavo, presidente dell’associazione di categoria “Gli Storici” recentemente entrata a far parte di Fipe-Confcommercio, nel corso dell’audizione odierna davanti alla x Commissione Attività produttive della Camera. Un intervento deciso con il quale Cavo ha chiesto un cambio di passo nelle politiche di sostegno a bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie tradizionali, attivi da almeno 70 anni.
“Quelli che rappresentiamo sono locali che hanno letteralmente fatto la storia del nostro Paese. – ha sottolineato il presidente – Luoghi attrattivi per turisti, italiani e internazionali, che vogliono vivere un’esperienza unica. Valorizzarli con politiche, fiscali e non solo, adeguate, è il solo modo per mantenerli in vita, garantendo alle nostre città un’offerta qualitativa sempre molto alta e, allo stesso tempo, conservando un romanticismo che non può passare attraverso i take away”.
In dettaglio, il presidente Cavo ha chiesto la tutela dei pubblici esercizi storici non solo nei centri delle città ma su tutto il territorio nazionale al fine di incentivare il Governo nell’attuazione di politiche di favore per i locali storici.
Non ultima, la richiesta di semplificare i rapporti con le Soprintendenze per snellire gli iter autorizzativi e burocratici, oltre ai costi elevati, per gli imprenditori che vogliono ristrutturare i propri locali, mantenendo naturalmente intatto lo spirito e lo stile originario.
“Questi locali sono monumenti a tutti gli effetti – ha concluso Cavo – e come tali sono un patrimonio collettivo che deve essere adeguatamente valorizzato e promosso nel mondo. Non farlo significa provocare un danno alle generazioni passate, presenti e future”.