Food Delivery e Sicurezza Alimentare: di chi è la responsabilità?

31 Gennaio 2025

Negli ultimi anni, il settore del food delivery ha registrato una crescita esponenziale, contribuendo a ridefinire le strategie commerciali e le modalità di interazione con la clientela di molti pubblici esercizi.

Tra i principali fattori che hanno contribuito a questa trasformazione vi è il cambiamento nelle abitudini dei consumatori, sempre più orientati verso soluzioni rapide e convenienti, ma anche l’ascesa e il consolidamento delle piattaforme digitali, che hanno reso il servizio di consegna più accessibile, semplificando il collegamento tra esercenti e consumatori e ottimizzando i processi di ordinazione e pagamento. 

Questa crescita esponenziale ha trasformato il food delivery da un’opzione complementare a un elemento centrale per la sostenibilità economica di diversi esercizi di ristorazione.

Tuttavia, la rapida evoluzione ha messo in evidenza nuove criticità, in particolare l’esigenza di garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza alimentare anche lungo l’intero processo di consegna.

Un’inchiesta condotta da Gambero Rosso nel 2023 ha evidenziato problematiche preoccupanti: in uno studio sul trasporto alimentare effettuato da una delle principali aziende di delivery, sono state rinvenute oltre 200 colonie di batteri sulle pareti laterali e sul fondo dei contenitori utilizzati per la consegna. Un dato allarmante che solleva gravi preoccupazioni sulla corretta applicazione delle normative igienico-sanitarie, e che evidenzia la necessità di fare chiarezza circa la responsabilità dell’attuazione delle misure di prevenzione da applicare lungo tutta la filiera del food delivery, in linea con il contesto normativo di riferimento.

A tal proposito, va ricordato che il Regolamento CE n. 852/2004 stabilisce le regole generali in materia di igiene alimentare, applicabili “a tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti” (art. 1, par. 1). Gli Operatori del Settore Alimentare (OSA)  – ivi compresi gli operatori di food delivery – sono tenuti garantire che tutte le fasi sottoposte al loro controllo soddisfino i pertinenti requisiti di igiene fissati nel regolamento (art. 3).

Eppure, le posizioni delle piattaforme non sono del tutto allineate. Mentre alcune sembrano pronte ad assumersi un ruolo attivo nel garantire la sicurezza dei prodotti trasportati, altre tendono a limitare la loro responsabilità, lasciando interamente questo onere ai ristoratori o agli operatori logistici.

L’applicazione delle disposizioni sopra richiamate implica che il ristoratore che gestisce direttamente le consegne sia pienamente responsabile della sicurezza del cibo trasportato, garantendo che i propri dipendenti ricevano un’adeguata formazione sulle norme igienico-sanitarie e sulle buone pratiche di trasporto. 

Nel caso in cui il servizio venga affidato a terzi, la responsabilità si suddivide. Da un lato, il ristoratore risponde della sicurezza alimentare fino alla fase di confezionamento, garantendo che gli alimenti siano preparati e imballati in modo sicuro. Dall’altro, la piattaforma di food delivery, in quanto OSA, ha l’obbligo di assicurare condizioni di trasporto idonee, mantenendo la catena del freddo quando necessario e utilizzando contenitori adeguati per evitare contaminazioni o alterazioni della qualità degli alimenti fino alla consegna finale. 

Solo così è possibile garantire un sistema di food delivery sostenibile, che tuteli tutte le parti coinvolte: i consumatori, assicurando loro cibo sicuro e di qualità; i ristoratori, potendo fare affidamento su partner commerciali qualificati; e le piattaforme di delivery, il cui riconoscimento di responsabilità contribuisce a rafforzarne il prestigio.

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