Mixer nov. 20 – Il ruolo degli ammortizzatori sociali
Fipe-Confcommercio / Gli ammortizzatori sociali nei Pubblici Esercizi un supporto alla Crisi da Covid-19, ma non solo.
La volontà della Federazione si è manifestata con azioni che fornissero una bussola normativa tale da mettere in campo informazioni direttamente fruibili.
La pandemia, il conseguente lockdown e il drammatico crollo dei flussi di clientela hanno imposto ai pubblici esercizi il ricorso alla cassa integrazione di settore, erogata dall’oramai noto fondo d’integrazione salariale ed alla cassa integrazione in deroga.
Per comprendere le proporzioni di diffusione dello strumento è sufficiente osservare i dati forniti dall’INPS nel report fornito dal Coordinamento Generale Statistico Attuariale dell’Istituto, aggiornato a settembre 2020 che fornisce un quadro dello strumento straordinario da Covid-19.
È emblematica la fotografia che riguarda le ore autorizzate di cassa integrazione ad agosto 2020, il mese tradizionalmente dedicato alle “ferie italiane” e fortemente ad incidenza turistica: oltre 44 milioni di ore autorizzate nel settore economico “Alberghi e Ristoranti”, per numero di ore secondo solo a quello del “Commercio all’ingrosso e al dettaglio”.
Nel corso del periodo interessato dalla pandemia le imprese di pubblico esercizio hanno potuto ricorrere ai periodi di cassa integrazione messi a disposizione dal decreto “Cura Italia” e dal decreto “Rilancio” per poi poter fruire di ulteriori diciotto settimane di sospensione o riduzione dell’attività messe a disposizione dal decreto “Agosto” a partire dal 13 luglio e utilizzabili fino al 31 dicembre 2020.
Leggi l’articolo di Fipe pubblicato su Mixer di novembre 2020 in allegato
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novembre 2020