Lavoro femminile: dalla ristorazione segnali positivi

29 Maggio 2024

I ritardi sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro

La partecipazione al mercato del lavoro è uno dei piani su cui si dispiega il gender gap nel nostro Paese e anche la distanza che separa l’Italia dal resto d’Europa. I dati sono eloquenti: nel 2023 l’Italia è fanalino di coda in Europa per tasso di occupazione femminile (52,5%, mentre il dato medio Ue del 65,7%) ed è indietro anche rispetto ai tassi femminili di inattività (42,8%, nella UE è 29,8%) e disoccupazione (8,8% in Italia, il 6,4% in Europa).

Eppure, tenere fuori le donne dal mercato del lavoro non è una scelta efficace, specialmente in un contesto di crisi demografica. Ad esempio, la crescita dell’occupazione femminile determinerebbe un più alto numero di persone che parteciperebbero attivamente alla generazione di ricchezza. E anche il sistema pensionistico ne beneficerebbe, poiché migliorerebbe il rapporto contribuenti/beneficiari, sfidato dalla dinamica di invecchiamento della popolazione che sta allargando la platea di persone in età pensionabile.

Tab. 1 – La partecipazione delle donne al mercato del lavoro: confronto tra Italia e Europa, 2023 (val. %)

ItaliaUnione Europa (27 membri)
UominiDonneUominiDonne
Tasso di occupazione70,452,575,165,7
Tasso di inattività24,342,820,329,8
Tasso di disoccupazione6,88,85,86,4

*I tassi fanno riferimento alla popolazione in età attiva tra i 15 e i 64 anni

Fonte: elaborazione Centro Studi Fipe su dati Eurostat

Maternità e carriera: obiettivi inconciliabili ancora per troppe donne in Italia

Una più ampia partecipazione del mondo femminile al mercato del lavoro potrebbe rivelarsi poi un efficace antidoto alla crisi delle nascite. Infatti, esiste una relazione positiva tra tasso di occupazione femminile e tasso di fecondità, che i dati relativi ai principali paesi europei confermano perché, ad eccezione della Spagna, tutti presentano valori superiori all’Italia.

Nel nostro Paese, invece, per molte donne diventare genitori significa dover sacrificare la propria realizzazione professionale, rinunciando al lavoro oppure optando per un lavoro part-time con conseguente decurtazione del reddito.  Il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni che sono anche madri è pari in Italia al 63,6% (tra le 25-49enni non madri il dato è pari al 68,3%), mentre in Germania è dell’80,7%, in Francia dell’81,6%, in Svezia dell’84,3% (il valore medio per l’Unione Europea è 77,9%).  Nella relazione del 2022 Banca d’Italia evidenzia che, a parità di età, competenze e reddito da lavoro iniziale, la retribuzione annua delle lavoratrici madri a quindici anni dalla nascita del primogenito è in media circa la metà di quella delle lavoratrici senza figli. In 9 casi su 10 il gap è determinato proprio da un numero inferiore di ore lavorate a seguito del passaggio

a contratti a tempo parziale e alla riduzione delle settimane retribuite nell’anno a parità di tipologia di rapporto di lavoro.

In definitiva, attorno al lavoro femminile “ballano” questioni di natura economica e sociale decisive per il futuro del nostro Paese. Appare evidente che per colmare il gender gap sul lavoro occorra non solo incentivare l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro una volta terminato il percorso di studi, ma anche contrastare il fenomeno della loro uscita, definitiva o parziale, dopo la maternità, perché schiacciate dai compiti di care ai figli che, molto spesso, ricadono quasi unicamente sulle loro spalle.

Fig. 1 – Tasso di occupazione e natalità: confronto tra i principali paesi europei, 2023* (val. %, v.a.)

*I dati relativi al tasso di natalità si riferiscono al 2022

Fonte: elaborazione Centro Studi Fipe su dati Eurostat

Fig. 2 – Tasso di occupazione maschile e femminile dei 25-49enni con figli: confronto tra Italia e principali Paesi europei, 2023 (val. %)

Fonte: elaborazione Centro Studi Fipe su dati Eurostat

 

 

 

Donne protagoniste nella ristorazione

La ristorazione è un settore a forte trazione femminile. Una prima evidenza proviene dai dati sull’imprenditoria femminile: nel 2023 le imprese guidate da donne sono il 28,9% del totale (95.870 imprese in valore assoluto), quasi 7 punti percentuali in più rispetto al valore osservato sul tessuto produttivo tout court (22,2%, ovvero circa 1,3 milioni di imprese).

Fig. 3 – Le imprese a guida femminile: confronto ristorazione e totale economia (val. %)

Fonte: elaborazione Centro Studi Fipe su dati Unioncamere

Anche i dati Inps relativi all’occupazione dipendente evidenziano la centralità delle donne. Nel 2023 il settore della ristorazione conta, nella media dell’anno, 543.749 lavoratrici, ovvero il 50,8% dei dipendenti su un totale di 1.070.839 unità. Negli ultimi 10 anni, le donne hanno sempre rappresentato la componente maggioritaria del lavoro dipendente nel settore. Inoltre, 6 lavoratrici su 10 hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato (nel 2023 si contano 324.945 unità, con una crescita del 12% rispetto a dieci anni fa).

Un protagonismo che si è mantenuto nel tempo, grazie all’immissione negli ultimi 10 anni di 156.600 lavoratrici dipendenti (con un incremento del +40,5%) – a fronte di una crescita complessiva degli occupati di 373.500 unità (+53,6% in dieci anni) – ma che, soprattutto dopo l’emergenza sanitaria, rischia di essere insidiato dagli uomini, cresciuti del 70% dal 2013 ad oggi (+216.825 unità).

Rispetto all’età, le dipendenti under 30 sono il 37% del totale (201.414 in termini assoluti), le 30-50enni il 40,3% (219.311 unità), le over 50 il 22,7% (123.024 unità). Nel decennio è cresciuto il peso della componente over 50 (era l’11,1% sul totale delle dipendenti), mentre è sceso quello delle under 30 (erano il 41,6%) e delle 30-50enni (erano il 47,4%). D’altronde, nel decennio l’aumento più consistente ha riguardato proprio le ultracinquantenni (+80.110, per una variazione percentuale positiva del 186,7%), mentre vi sono in più 40.545 under 30 (+25,2%) e 36.015 30-50enni (+19,6%), fasce di età in cui presumibilmente l’incidenza di donne con figli piccoli o comunque in età scolare è più alta.

Fig. 4 – Le donne nella ristorazione: andamento degli occupati dipendenti, 2013-2023 (v.a.)

Fonte: elaborazione Centro Studi Fipe su dati Inps

Fig. 5 – Le lavoratrici dipendenti nella ristorazione, per fascia d’età, 2013-2023 (val. %.)

Fonte: elaborazione Centro Studi Fipe su dati Inps

È interessante guardare ai dati relativi al part-time, che è la modalità di lavoro maggioritaria nella ristorazione (nel 2023 vi sono 630.760 lavoratori a tempo parziale, il 58,8% del totale) e in cui spesso convergono positivamente le esigenze di organizzazione del lavoro delle imprese con quelle personali del lavoratore.

Le lavoratrici part-time sono 357.300, il 65,7% del totale delle donne impiegate nel settore, mentre gli uomini con occupazione part time sono 273.460, il 51,9% dei lavoratori. Inoltre, se per le donne l’incidenza del lavoro a tempo parziale aumenta con il crescere dell’età, nel caso degli uomini è l’esatto contrario: è in part-time il 58,3% delle under 30 (55,5% tra gli uomini), il 68% delle 30-50enni (50% per gli uomini), il 73,7% delle over 50 (47% per gli uomini).

Il lavoro part-time assume dunque una funzione strutturale nell’occupazione del settore. Ed è evidente, allora, che la ristorazione in questi anni abbia esercitato un certo appeal nei confronti di quei lavoratori e lavoratrici alla ricerca, per motivazioni diverse, di forme di lavoro flessibili. Riguardo alle donne, le evidenze desumibili dai dati a disposizione porterebbero a non escludere la presenza di una quota non definita di lavoratrici che abbia optato per un orario di lavoro ridotto per la necessità di dover far fronte ai carichi familiari.

È sottinteso che lo scenario ottimale verso cui tendere è quello delineato dai paesi europei più virtuosi su tale materia. Ciò detto, di fronte al grave ritardo del nostro Paese sul lavoro femminile, il protagonismo delle donne nella ristorazione è un segnale positivo che fa ben sperare per il futuro.

Tab 2 – Lavoratori dipendenti per genere, età e orario di lavoro, 2023 (v.a., val. %)

 Under 30 30-50 anni   Over 50 Totale
v.a.%v.a.%v.a.%v.a.%
DonneFull time83.98941,770.15032,032.41026,3186.54934,3
Part-time117.45258,3149.21068,090.63873,7357.30065,7
Totale201.441100,0219.360100,0123.048100,0543.849100,0
UominiFull time100.08344,5109.00850,044.60653,0253.69748,1
Part-time124.79855,5109.13650,039.52647,0273.46051,9
Totale224.881100,0218.144100,084.132100,0527.157100,0

Fonte: elaborazione Centro Studi Fipe su dati Inps

Non hai trovato quello che cercavi?
Seguici su