Smoke Free Environments: l’aggiornamento della raccomandazione del Consiglio sugli ambienti senza fumo
Nel 2009, a seguito di una proposta della Commissione Europea, il Consiglio dell’Unione Europea ha pubblicato una raccomandazione sugli ambienti senza fumo (2009/C 296/02), invitando gli Stati membri a garantire la protezione dal fumo passivo di tabacco in determinati luoghi chiusi come ad esempio nei luoghi di lavoro, in quelli pubblici e nei trasporti pubblici.
A distanza di oltre dieci anni dalla raccomandazione del 2009, a settembre sembrerebbe previsto un aggiornamento da parte della Commissione.
La nuova raccomandazione dovrebbe contenere un invito ai Paesi europei di proteggere anche dal fumo e dai vapori dei prodotti di nuova generazione, come e-cigarettes e i vaporizzatori riscaldati. Inoltre, il divieto di fumo dovrebbe applicarsi anche a determinati luoghi all’aperto come parchi giochi, piscine, fermate degli autobus, bar e “cafès”.
Sebbene le raccomandazioni dell’UE non siano in grado di imporre obblighi giuridici, consentono alle istituzioni europee di rendere note le loro posizioni e di suggerire linee di azione. Dunque, l’aggiornamento della raccomandazione potrebbe avere l’effetto di incoraggiare gli Stati europei ad estendere il divieto sia nell’identificazione dei prodotti che dei luoghi in cui poter fumare.
Recentemente in Italia, alcuni regolamenti comunali sono intervenuti per introdurre un divieto di fumo in determinati “luoghi aperti”. Tra questi Milano ha previsto un divieto dei prodotti tradizionali di fumo (pipe, sigari ecc) nelle aree destinate a verde pubblico, aree attrezzate destinate al gioco, allo sport o alle attività ricreative dei bambini, presso le fermate di attesa dei mezzi pubblici e presso strutture sportive di qualsiasi tipologia. A Torino, invece, il divieto – oltre a riguardare le sigarette e ogni prodotto a combustione – ha visto anche l’introduzione delle c.d. sigarette elettroniche, proibendone in generale l’utilizzo nei luoghi aperti in presenza di bambini o di donne in gravidanza e ad una distanza inferiore di cinque metri da altre persone, senza il loro esplicito consenso.
Il rischio maggiore, per i Pubblici Esercizi, è quindi quello di vedere esteso il suindicato divieto di fumo nei c.d. dehors.
Data la rilevanza del tema, la Federazione continuerà a presidiare la tematica in oggetto sia a livello europeo che nazionale, tutelando gli interessi delle imprese rappresentate. In caso di dubbio, vi invitiamo a contattare la FIPE- Confcommercio a voi più vicina.