STOP EUROPEO ALLE CONCESSIONI BALNEARI, LA RABBIA DI FIPE

14 Marzo 2016

“BASTA INGERENZE, SERVE INTERVENTO FORTE DAL GOVERNO”
“Un atto gravissimo mirato nei confronti dell’Italia”. La Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi interviene a fianco di Confturismo e del SIB – Sindacato Italiano Balneari con una dura nota del Presidente Lino Enrico Stoppani dopo la pronuncia di ieri della Corte di Giustizia europea in merito alla proroga al 2020 delle concessioni balneari.

“Secondo l’Avvocato Generale presso la Corte di Giustizia Europea – dichiara Stoppani – la proroga delle concessioni balneari non sarebbe compatibile con il diritto europeo: riteniamo questa presa di posizione un nuovo, gravissimo atto contro il nostro Paese, che fa della qualità dei propri stabilimenti balneari e delle attività di somministrazione correlate uno dei capisaldi del turismo nazionale. Tenendo conto che ad oggi in Italia, caso unico in Europa, sussistono circa 28.000 concessioni per finalità turistico-ricreative su 7.458 chilometri di costa, emerge ancora una volta l’ingerenza di un organismo internazionale che rischia di mettere a dura prova oltre 200.000 posti di lavoro e la stessa sopravvivenza di un settore di punta della qualità “made in Italy” e del comparto fuoricasa apprezzato ogni anno anche da migliaia e migliaia di turisti internazionali. Non solo, insieme agli stabilimenti balneari sono in gioco migliaia di ristoranti, bar, discoteche e attività commerciali che insistono sul demanio. Chiediamo a gran voce da parte del Governo una presa di posizione forte nel rispetto del comparto e a sua difesa”.

“La pronuncia della Corte di Giustizia Europea purtroppo non lascia sorpresi – dichiara Riccardo Borgo, presidente SIB – Sindacato Italiano Balneari, aderente a Fipe. Ora bisogna riflettere con lucidità sulle possibili soluzioni da adottare, per approfondire e analizzare con un tavolo condiviso tutti gli aspetti di questa vicenda che porti ad una riforma non in contrasto con la normativa europea ma che nemmeno le sia succube, in grado di tutelare davvero il futuro delle imprese e il lavoro delle nostre famiglie”.

Roma, 26 febbraio 2016

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