Mixer apr. 23 – Il problema del lavoro sono le soluzioni

12 Aprile 2023

”L’insostenibilità c’è dove c’è poca propensio­ne a risolvere i problemi”, ha scritto recente­mente su Il Sole 24 Ore fa Antonio Santini, 3 stelle Michelin e Vice Presidente di FIPE-Confcommer­cio. Ed è proprio con le lenti della sostenibilità (econo­mica, sociale e umana) che si dovrebbe guardare al tema dei temi per le imprese oggi: il lavoro.

Mentre una trasversale e profonda carenza di mano­dopera investe il mercato, molti grandi Contratti Col­lettivi Nazionali sopravvivono a se stessi ormai scadu­ti, non trovando compimento nel loro naturale rinnovo per la mancanza di risorse economiche e del coraggio a trovare moderne soluzioni a vecchi problemi.

Lo stallo negoziale appesantisce poi la contrapposizio­ne tra la tutela di diritti acquisiti sostenuta dalle Orga­nizzazioni Sindacali e l’urgente esigenza di aumentare la produttività, sostenuta dalla Parte Datoriale, che la ritiene l’unica speranza anche per più generose politi­che retributive.

Nel frattempo, però, è cambiato il mondo. I temi della conciliazione vita privata/lavoro, la formazione e l’ag­giornamento professionale, gli investimenti sul welfa­re, sono fattori sempre più rilevanti nelle scelte di im­prese e lavoratori, forse di rilevanza maggiore rispetto persino alla storica questione salariale.

La più grande istituzione bancaria in Italia ha lanciato la ‘settimana corta’ (4 giorni al costo di 5), che sembra essere la nuova frontiera dell’organizzazione del lavoro. Ma il rischio è sotto gli occhi di tutti perché il mondo delle imprese va ineluttabilmente dividendosi in due grandi categorie: quelle ad alto valore aggiunto, che potranno permettersi questa nuova modalità anche per la possibilità che hanno di trasferire i maggiori oneri a valle, e quelle, come i Pubblici Esercizi invece, con attività a forte assorbimento di manodopera e conse­guente alta incidenza del costo del lavoro, con (me­diamente) basse marginalità, che rischiamo di finire ai margini del mercato ingigantendo gli attuali problemi di attrattività del settore.

Qui riemerge il ruolo della Contrattazione Collettiva che, nello sforzo di trovare un punto di equilibrio tra le parti, può e deve aprire a soluzioni che rendano sostenibili, da tutti i punti di vista, i cambiamenti epocali in atto.

Proprio 20 anni, con la Legge a lui intitolata, Marco Biagi ha ispirato il superamento del dilemma ‘stabilità con­tro precarietà’, operando per una flessibilità normata per contrastare lavoro sommerso o non-lavoro, all’in­terno di un adeguato controllo sociale. L’omicidio del giuslavorista ha rallentato questo percorso di ricerca di un efficiente denominatore comune tra le esigenze dei lavoratori e le aspettative delle imprese.

E, ancora oggi, i contratti di lavoro stentano a rigene­rarsi, nell’aspettativa di qualcosa che non c’è più op­pure nell’attesa di qualcosa che non c’è ancora, facen­do però poco per ricercarlo, e non solo per convenienza, comodità o tatticismo negoziale.

Talvolta, infatti, l’ostacolo maggiore è proprio la creativi­tà, non come libera espressione di invenzione artistica, ma come capacità credibile di costruire soluzioni inno­vative e adeguate, ai tempi, agli animi e ai costumi.

Così c’è bisogno di ripensare il lavoro, basandolo su obiettivi, mansioni e responsabilità capaci di aumen­tare il benessere individuale, il valore imprenditoriale e le modalità di collaborazione. Per farlo, serve il co­raggio di pensare in modo diverso, partendo dai fon­damentali: per dirla con le parole di Santini, “amore e passione per questo mestiere …”. Senza, anche al CCNL più solido, mancano le ali per andare lontano.

Link correlati:

https://www.mixermagazine.it/rivista?r=278

Non hai trovato quello che cercavi?
Seguici su