Ristorazione collettiva, Fipe-Confcommercio e Angem: “Dal sottosegretario Bitonci parole importanti. Agire in fretta c’è rischio blocco del settore mense”
Roma, 2 dicembre 2022 – “L’apertura arrivata ieri dal sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, in merito alla riforma del sistema della ristorazione collettiva, rappresenta un passo avanti importante per un settore che oggi vive una situazione paradossale.
Il mercato sul quale le imprese sono chiamate ad operare oggi, con l’obbligo di mantenere i prezzi del servizio invariati a prescindere dalle oscillazioni dei costi delle materie prime alimentari ed energetiche, è infatti tutto fuorché sostenibile. Ma le parole del sottosegretario consentono di guardare al futuro del settore della ristorazione collettiva con rinnovata speranza. Ora bisogna lavorare affinché alle parole seguano i fatti, adeguando i contratti ai maggiori costi. Così non si può lavorare, il rischio è che il settore si fermi, con disservizi facilmente immaginabili a danno delle fasce deboli della popolazione”.
Così Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, in seguito al confronto avuto ieri con il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci.
“Ci conforta l’attenzione del Sottosegretario Bitonci, ma l’appello è agire in fretta per individuare già nel prossimo passaggio parlamentare un Fondo per riallineare i prezzi della ristorazione collettiva all’insostenibile fiammata inflazionistica- ha aggiunto Carlo Scarsciotti, Presidente di Angem. Non c’è più tempo: la ristorazione collettiva è un servizio pubblico essenziale e non è una bandierina di Maggioranza o Opposizione, ma coinvolge tutto l’arco parlamentare. Richiamiamo, quindi, da subito la responsabilità di tutte le forze politiche perché senza un intervento urgente già in Manovra di Bilancio, i bambini, i malati e gli ospiti nelle case di riposo rischiano di rimanere senza il pasto e migliaia di dipendenti del settore della ristorazione collettiva rischiano di rimanere a casa”.