La campagna #sicurezzaVera entra nel vivo anche a Latina questa mattina la presentazione del progetto in Camera di Commercio
Il contrasto alla violenza di genere passa sempre di più dai Pubblici Esercizi. Luoghi affollati e vitali, soprattutto in estate. I bar, i ristoranti e i locali italiani diventano presìdi di sicurezza a difesa delle donne e promotori della cultura di genere anche nel territorio pontino.
Questo grazie al progetto #sicurezzaVera, partito ufficialmente il 28 aprile scorso con la firma di un protocollo tra la Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, il Gruppo Donne Imprenditrici della Federazione, la Polizia di Stato nella e presentato questa mattina (giovedì, 15 luglio) alle 10.30 a Latina, presso la sala del Consiglio della Camera di Commercio di Frosinone e Latina.
L’evento, guidato dal padrone di casa Giovanni Acampora, Presidente CCIAA di Frosinone Latina, è stata l’occasione per ribadire la necessità di contrastare, con tutti i mezzi possibili, la violenza di genere.
Particolarmente ricco il tavolo dei relatori, che ha visto partecipare: S.E. Maurizio Falco, Prefetto di Latina; Damiano Coletta, Sindaco di Latina; Carlo Medici, Presidente della Provincia; S.E. Monsignor Mariano Crociata, Vescovo di Latina; Michele Maria Spina, Questore di Latina; Col. Lorenzo D’Aloia, Comandante provinciale dei Carabinieri; Valentina Picca Bianchi, Presidente nazionale Donne imprenditrici di Fipe-Confcommercio; Luciano Sbraga, vice Direttore Fipe-Confcommercio; Salvatore Di Cecca, Direttore regionale Confcommercio Lazio; Daria Monsurrò, Pubblico Ministero della Procura di Latina; Primo dirigente Alessandro Tocco, dir. Divisione anticrimine della Questura di Latina; Gen. Sandro Sanasi, Comandante dell’Aereonautica Militare di Latina; Col. Michele Grassi, Comandante del 70° Stormo; Col. Giuseppe Persi, Comandante dei Carabinieri forestali; Ten. Col. Daniele Guadagno, Comaca; Stefano Smaniotto, Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco; Pamela Sambucci, imprenditrice Fipe; Ten. Col. Giovanni De Luca, Comando provinciale della Guardia di Finanza; Cap. di Freg. Federico Giorgi, Comandante della Capitaneria di porto di Gaeta; vice Questore Gianluca Porroni, dir. della Polizia stradale di Latina; Comm. Giovanni Scifoni, dirigente UPGSP Questura di Latina; Isp. sup. Alba Faraoni, resp. Ufficio misure prevenzione patrimoniali Questura di Latina; Prof.ssa Annamaria Borrelli, Renaia, Rete Nazionale istituti alberghieri, sede di Latina; Irene Fucsia, resp. Centro antiviolenza Donna Lilith e Monica Sansoni, criminologa e criminalista.
Il valore degli interventi ha permesso di approfondire il tema della violenza di genere da diversi punti di vista.
“Sono convinto che la formazione resta il fattore decisivo per estirpare la violenza di genere, che continua a presentarsi come una piaga della nostra società – ha esordito il vescovo, Mons. Mariano Crociata. Perciò mi sembra necessario ribadire anche in questa occasione che la radice di questo male è la mancanza del senso della persona, la mancanza della coscienza della dignità e dell’intangibilità di ogni essere umano. L’altro non è una cosa, un oggetto di cui posso disporre a mio piacimento, senza rispetto della sua dignità, della sua integrità, della sua libertà. Se si disperde – come in troppi casi sembra di dover constatare – quel principio universale che si trova nella sapienza umana di diversi popoli e precedente anche rispetto al Vangelo, chiamato ‘regola aurea’, sarà difficile vedere il superamento del tragico fenomeno della violenza di genere. Abbiamo bisogno di instillare in piccoli e grandi la convinzione che non ci può essere convivenza civile senza relazioni improntate al principio che dice: non fare ad altri ciò che non vorresti che fosse fatto a te. Sono sicuro che la firma del Protocollo d’intesa che oggi viene presentato darà un contributo importante in questa direzione. È ciò che sinceramente auguro da parte mia”.
“Rivolgo un plauso all’iniziativa presentata oggi – ha invece dichiarato il prefetto Maurizio Falco – perché contribuisce a un cambiamento di visione che ritengo necessario nei rapporti di genere tra uomo e donna. Un cambiamento che si deve realizzare innanzitutto da un punto di vista culturale. Per questo ogni momento di formazione, informazione e confronto, in cui si trattino i temi legati alla cultura di genere, è positivo. Il fatto che le attività economiche possano contribuire a questo, lo ritengo non importante, ma addirittura necessario”.
“Per noi della Polizia – ha spiegato il questore Michele Maria Spina – il tema fondamentale è la prevenzione. In questo contesto dal mese di gennaio 2017, su impulso della Direzione centrale anticrimine, è stato adottato in tutta Italia il protocollo EVA, nome che ricorda la prima donna secondo la Bibbia e che, in realtà, è l’acronimo di Esame Violenze Agite. Il protocollo ha codificato in linee guida le Best Practice per la gestione degli interventi legati alla violenza di genere in caso di primo intervento degli addetti al controllo del territorio. Questo attraverso la compilazione sistematica della checklist, che permette di fotografare l’intervento degli operatori da ogni punto di vista ed inserire tutte le informazioni raccolte in un apposito archivio della banca dati interforze chiamato Scudo. Dall’archivio, la sala operativa può trarre informazioni essenziali quando invia la volante sul posto: chi ha richiesto l’intervento, eventuale presenza di armi censite all’interno dell’abitazione, precedenti di polizia a carico delle persone coinvolte. Dati utili per tutelare al meglio sia la vittima che gli operatori. Non posso, poi, non ricordare uno strumento di grande valore: l’ammonimento del Questore. In quanto atto amministrativo, non presuppone la prova certa del fatto, ma solo la sussistenza di indizi che rendano verosimile l’avvenuto compimento di atti persecutori o di violenza e questo ci permette di agire tempestivamente. Altrettanto importanti – ha sottolineato – sono le attività di formazione, in questo senso ricordo la campagna ‘Questo non è amore’, nata nel 2016 e sempre attiva. In questo ambito abbiamo appena finito una serie di incontri nelle scuole, in cui abbiamo sensibilizzato su temi delicati come la violenza di genere circa 3000 studenti. Rivolgendomi ai giovani invio tutti a scaricare l’app youpol, gratuita e anonima. Un filo diretto con la Polizia nato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, ora estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche. Progetti come #sicurezzaVera fanno in modo che la rete della società civile ci supporti nelle nostre iniziative, permettendoci di essere Polizia di prevenzione e prossimità”.
“Come Camera di Commercio del Basso Lazio abbiamo ritenuto importante sposare il progetto #sicurezzaVera poiché il contrasto alla violenza di genere passa sempre di più dai Pubblici Esercizi. Bar, ristoranti e locali dei nostri territori potranno in questo modo diventare presìdi di sicurezza a difesa delle donne e promotori della cultura di genere – ha commentato il Presidente della Camera di Commercio di Frosinone-Latina, Giovanni Acampora. Un progetto, frutto di un protocollo siglato tra la Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, il Gruppo Donne Imprenditrici della Federazione e la Polizia di Stato, nato dalla volontà di essere al fianco delle dipendenti, delle clienti e delle titolari delle attività del territorio. Essere qui oggi a dialogare di violenza contro le donne è la presa d’atto che tale fenomeno c’è e non può essere sottovalutato. La Camera di Commercio – ha proseguito Acampora – ha per questo voluto dare il suo contributo, anche ospitando qui oggi gli attori principali di #sicurezzaVera, le autorità e i rappresentanti delle istituzioni. E’ solo lavorando in sinergia che si raggiungono concretamente gli obiettivi”.
“La grande presenza femminile nei Pubblici Esercizi riporta al tema della violenza nei luoghi di lavoro che riguarda principalmente loro, titolari e lavoratrici. Stiamo parlando di oltre 300.000 mila pubblici esercizi sul territorio italiano di cui circa il 40% a titolarità femminile – ha dichiarato Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di FIPE-Confcommercio e ideatrice – insieme al suo Gruppo – del progetto stesso. Incrementare la sicurezza personale facendo rete e diffondendo la cultura di genere e il rispetto della diversità, puntando sui Pubblici esercizi, è l’obiettivo che ci siamo prefissati con #sicurezzaVera. Attraverso iniziative informative e formative. Grazie al lavoro realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato – ha continuato – metteremo i pubblici esercizi nelle condizioni di riconoscere l’emergenza e il suo livello di gravità, così da contattare il numero territoriale per attivare l’intervento delle forze dell’ordine. Il progetto, dunque, darà centralità ai pubblici esercizi sotto due aspetti principali: riconoscendoli come punto di riferimento e luogo sicuro e rafforzando la sicurezza all’interno dei locali stessi. Sono convinta che la violenza di genere vada combattuta con la conoscenza e la formazione”.
Latina è la terza città, dopo Pisa e Matera, in cui viene presentato il progetto. Seguiranno Rimini e Gorizia. La fase sperimentale, nel suo complesso, arriverà ad interessare 20 città entro il 2021, dopodiché il modello verrà esteso a tutti gli esercizi pubblici che rappresentano da sempre la più ampia rete di presidio territoriale di cultura, socialità e tradizione presenti in Italia: 1 esercizio pubblico ogni 250 abitanti, 1 bar ogni 400 abitanti.
Nel dettaglio il progetto dà centralità ai Pubblici Esercizi sotto due aspetti principali: uno, riconoscendoli come punto di riferimento e luogo sicuro; due, rafforzando la sicurezza all’interno dei locali stessi. Il progetto sarà promosso da una campagna di comunicazione multi target e omnicanale. Si parlerà ai ragazzi e agli adulti con l’obiettivo di creare un network permanente sulla cultura di genere. Il centro del progetto saranno le iniziative informative e formative per diffondere la conoscenza delle tematiche relative alla cultura di genere e alla violenza basata sul genere grazie al contributo attivo della Polizia di Stato.
Vera, dal germanico protezione, è il nome di una donna. É un nome forte, deciso, determinato in cui ogni donna potrà identificarsi: “Io sono Vera, Ogni donna è Vera”. Vera è anche un’esclamazione: “io sono Vera quando sono #sicura”. Vera è una donna nuova, consapevole e sicura e con gli occhi aperti.
Vera vuole sensibilizzare e promuovere la cultura di genere, il rispetto, il valore della diversità, la condivisione e l’inclusività.
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