Mixer apr. 2022 – Il progresso tra mitologia e realtà

5 Aprile 2022

Scriveva Alessandro Manzoni: “Non sempre ciò che viene dopo è progresso.” Ed effettivamente il dubbio si pone anche oggi, avvicinandoci all’uscita da questi due anni di pandemia, che hanno lasciato in eredità dolorose perdite umane, un diffuso disorientamento e consistenti danni nell’economia e nella società. “Dopo cosa potrà succedere ancora?” è dubbio legittimo, nel desiderio diffuso di scendere dalle montagne russe dell’attualità.

Così, mentre crescono i disagi piscologici e le fragilità (in particolare tra i più giovani, segnale riconosciuto dall’inedita scelta del Bonus psicologico) e la tendenza dell’hi-tech intercetta la diffusa voglia di evadere nella realtà virtuale (vedi Metaverso), la nuova normalità che ci accingiamo ad abbracciare -dopo i tanti sacrifici, i vaccini e le limitazioni- non è scontata, né tanto meno prevedibile perché, in sostanza, non si può certo dire che sia andato “tutto bene” (come celebrava uno slogan ad inizio 2020) e non è scritto da nessuna parte che poi “andrà tutto meglio”.

Proprio il mondo della ristorazione è caso emblematico di questa storia: la lunga crisi ha calato sul settore un conto salato in termini di fatturati, discontinuità dei flussi turistici, mutamento dei consumi e dispersione delle competenze. È stata una corsa ad ostacoli, tra allarmi, emergenze ed urgenze a non finire. E, parallelamente, ad ogni problema risolto (o tamponato) altri se ne stagliavano più numerosi all’orizzonte, quasi una moderna “Idra” della crisi-COVID, che, come nel mito di Ercole, per ogni testa mozzata dall’eroe ne faceva crescere altre due dall’orrendo corpo. Come nei primi mesi dell’anno 2022: mentre calava (finalmente) la curva dei contagi dopo l’impennata dell’inverno, gli operatori hanno cominciato a soffrire le conseguenze, inattese, del caro energia, di una costosa accelerata inflattiva e dei drammatici eventi della guerra in Ucraina.

Eppure, anche in queste ultime settimane, un’Organizzazione come FIPE-Confcommercio ha tante volte invitato gli imprenditori a trattare il futuro non come una minaccia, ma come un’opportunità, adoperandosi per le soluzioni, senza fermarsi alle sole (pur ben motivate) lagnanze. Questo è innanzitutto un dovere da parte di un corpo sociale che non deve solo condensare, filtrare e portare le istanze degli imprenditori verso le istituzioni, ma ha anche il compito di proporre una visione e un’idea di futuro ai propri rappresentati e, in modo non secondario, al Paese. È un dovere, ma non è una posizione di forma, nella convinzione che come vediamo il futuro sia parte sostanziale di come contribuiamo a modellarlo.

D’altra parte, è forse utile ricordare che l’Idra prima citata fu infine sconfitta da Ercole grazie alla collaborazione del suo amico Iolao che capì come fosse necessario fare qualcosa in più per arginare il mostro: bisognava cauterizzare con il fuoco i tagli di testa per evitare che la situazione si ribaltasse contro chi le aveva mozzate. La citazione affonda di certo nel mito, ma il senso rimane chiaro al presente: per combattere “l’effetto Idra”, la degenerazione fuori controllo delle grandi crisi, c’è una sola strada: bisogna lavorare insieme senza illudersi di risolvere i problemi con un taglio netto.

Ci vuole insomma costante presidio, capacità di continuo monitoraggio, uno sforzo inesausto di collaborazione e adattamento: così il tempo diventa progresso, il passato diventa esperienza e il trauma si trasforma in forza. E questo si ottiene con due strumenti, entrambi necessari e complementari. Da una parte, è importante riconoscersi in qualcosa più grande di noi: una rappresentanza, una missione, una nazione, che allunga lo sguardo e l’orizzonte

di ogni scelta, sacrificio ed azione. Dall’altra parte, il progresso si realizza solamente facendo ricorso alle proprie energie individuali, non delegando la propria capacità di reazione ad altri, ma contribuendo alla ripresa collettiva con la propria partecipazione.

“Partecipazione” è stata non a caso anche la parola simbolo del discorso di insediamento del Presidente Sergio Mattarella Bis. Perché in fondo, se quello che viene dopo si possa definire progresso o meno, dipende da una sola cosa: dalle scelte di oggi, dalle buone scelte di oggi. Scelte di impegno, scelte di responsabilità, scelte che dobbiamo fare e rinnovare ogni giorno dentro di noi, per poter chiamare il domani, davvero, “un progresso”.

https://www.mixerplanet.com/RIVISTE/Mixer/345/4/

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