
Musica e Intelligenza Artificiale: nuove sfide per la tutela del diritto d’autore
L’evoluzione dell’intelligenza artificiale (IA) sta sollevando sfide sempre più rilevanti nella tutela del diritto d’autore, in particolare nel settore musicale. La creazione di contenuti generati o coadiuvati da strumenti di IA – come brani musicali, colonne sonore e jingle – pone interrogativi inediti sulla titolarità dei diritti, sulla liceità dell’utilizzo di materiali protetti e sulla corretta remunerazione degli autori.
Temi che interessano da vicino anche i 120.000 Pubblici Esercizi che scelgono di diffondere, nell’ambito dei propri locali, opere musicali como sottofondo per creare una piacevole atmosfera, cosi come i circa 15.000 locali che organizzano eventi di intrattenimenti musicali dal vivo.
La sfida aperta è quella di definire un quadro normativo chiaro e bilanciato, capace di garantire un’adeguata protezione dei diritti degli autori anche nell’era dell’intelligenza artificiale. In questo contesto si inserisce il Disegno di Legge AC 2316, già approvato in prima lettura dal Senato e attualmente all’esame delle Commissioni riunite X (Attività produttive) e IX (Trasporti) della Camera dei Deputati.
Tale provvedimento, e in particolare l’articolo 25, cerca di dare prime concrete risposte, introducendo principi fondamentali per l’equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela:
- Si ribadisce l’origine umana dell’opera dell’ingegno, escludendo la protezione autoriale per contenuti generati autonomamente dall’IA;
- si riconosce la tutela autoriale per le opere create con l’ausilio dell’IA, a condizione che vi sia un apporto creativo e intellettuale umano rilevante;
- si prevede la legittimità della riproduzione e dell’estrazione di contenuti disponibili online o in banche dati, mediante l’uso di sistemi di IA (compresi quelli generativi), purché tale utilizzo avvenga nel rispetto degli articoli 70-ter e 70-quater della legge n. 633/1941 “legge quadro sul diritto d’autore”.
Il settore musicale è dunque tra i settori coinvolti dalle novità generate dall’IA in quanto questa è in grado di comporre musica in modo autonomo o di rielaborare contenuti esistenti, creando potenziali casi di utilizzo improprio di opere protette.
Secondo uno studio economico realizzato dalla Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori (CISAC), pubblicato lo scorso dicembre, il mercato dei contenuti musicali e audiovisivi generati dall’AI è destinato a crescere dagli attuali 3 miliardi di euro a 64 miliardi di euro entro il 2028. Conseguentemente, i creatori musicali e audiovisivi rischiano rispettivamente il 24% e il 21% delle loro entrate entro il medesimo anno, che si traduce in una perdita cumulativa di 22 miliardi di euro: 10 miliardi nella musica; 12 miliardi nell’audiovisivo.
Tutti questi temi sono stati approfonditi lo scorso 25 marzo, nel corso del convegno “Musica e intelligenza artificiale: opportunità, rischi e la sfida della regolamentazione”, organizzato da SIAE e FIMI presso il Ministero della Cultura. Al dibattito hanno preso parte autorevoli esponenti istituzionali e accademici, tra cui il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, il Presidente del Comitato per il Diritto d’Autore Salvatore Sica, la Prof.ssa Eleonora Rosati (Università di Stoccolma), il Direttore agli Affari governativi di Google Italia Diego Ciulli, il Presidente SIAE Salvatore Nastasi e il CEO di FIMI nonché Presidente di SCF Enzo Mazza. È intervenuto, da remoto, anche Gigi D’Alessio, sottolineando che l’AI, priva di sensibilità e creatività autentica, rischi di omologare la produzione musicale, relegando gli artisti al solo live e scoraggiando gli investimenti nelle loro opere.
L’intelligenza artificiale rappresenta una sfida complessa ma inevitabile. Solo attraverso una regolamentazione chiara e condivisa sarà possibile tutelare la creatività umana e garantire un futuro sostenibile per il diritto d’autore, anche nei Pubblici Esercizi dove la musica è parte integrante dell’esperienza offerta.
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