“L’etica della passione”
Esiste ancora la soddisfazione del lavoro? Se guardassimo ai numerosi esempi che arrivano dal mondo delle imprese la risposta non potrebbe che essere affermativa.
Tanto per fare un (grande) esempio, Giorgio Armani a 90 anni, continua a guidare la sua straordinaria impresa ed a innovare continuamente le sue collezioni di moda e non contento di fare solo questo, si è dato anche alla pallacanestro, salvando l’Olimpia Milano dal fallimento e rilanciandola sportivamente, inanellando una serie di successi (14 trofei più alcune Final Four).
Evidentemente Armani non appartiene a quella categoria di persone che non vedono l’ora di smettere di lavorare per poter disporre a piacimento del loro tempo libero, ma a quella di coloro che pur di lavorare, lo farebbero a qualunque costo.
Trovare piacere in quello che si fa è certamente un formidabile elemento di motivazione e Armani appartiene alla generazione che ha coltivato la cosiddetta etica della “soddisfazione differita”, che consente di accettare e considerare ogni sacrificio in funzione di un beneficio futuro.
Lo studio è l’esempio più calzante di questo concetto, difficile da comprendere da giovani, salvo poi capirne l’importanza quando la vita ci presenta la cambiale delle conoscenze e delle competenze, sulle quali progettare carriere e ambizioni professionali.
E’ chiaro che molte persone hanno avuto la colpa -o la sfortuna- di non avere interessi, che impedisce loro non tanto di essere liberi, ma di essere occupati, non necessariamente con un lavoro, ma almeno con una passione: lo sport, la lettura, i viaggi.
Romano Prodi, altro fenomeno di vitalità a 85 anni, ha la contagiosa malattia della bicicletta, che lo ha sempre aiutato a liberare la mente per prendere le migliori decisioni e recentemente ha dichiarato “che la bici gli è servita per imparare a faticare più che a pensare” concludendo che “nella vita imparare a faticare non è meno utile che imparare a pensare!”.
Iginio Massari, 82 anni, considerato il Maestro della Pasticceria italiana, ha da poco annunciato l’avvio di un nuovo progetto di ristorazione d’eccellenza sul Lago di Garda. Sue le parole “bisogna avere la forza del fare, trovando gli stimoli per rinnovarsi ogni giorno”.
Armani, Prodi, Massari. Moda, politica, pasticceria: tre esempi di longevità professionale con un’unica indomita capacità di trovare soddisfazione nel proprio lavoro, fatica compresa.
Esempi illuminati, forse di un’epoca destinata a scomparire, ma per fortuna ancora molto diffusi, che fortificano i valori della nostra società, nonostante i giovani oggi preferiscano fare esperienze diverse, cambiare, non fermarsi e, in generale, allontanarsi dall’idea di un lavoro stabile.
Storie seppur molto diverse tra loro, tutte però piene di etica, umanità e umiltà, che insegnano a fertilizzare i nostri interessi con passione e determinazione, ricercando senso e piacere nelle cose che si fanno, per tenere viva la vita e non farsi impantanare dalle avversità.
Il tempo libero è, infatti, una delle condizioni più illusorie, non solo perché impone impegno per occuparlo, ma anche perché spesso è l’anticamera dell’ozio, padre dei vizi, che degenera facilmente in patologie pericolose, che portano alla rassegnata attesa del proprio destino, subendo le situazioni e non provando, invece, a costruire qualcosa di migliore per sé stessi o per gli altri, godendo poi dei benefici dei risultati ottenuti.