Tazzina caffè, Stoppani (Fipe): “prezzi all’origine esplosi, aumenti al bar contenuti grazie alla responsabilità dei pubblici esercizi”
Roma, 25 agosto 2024– “Condividiamo le preoccupazioni che riguardano un probabile ulteriore forte aumento della tazzina del caffè al bar, aumento finora contenuto dalla responsabilità dei Pubblici Esercizi italiani che stanno assorbendo i fortissimi aumenti delle miscele causati dagli incrementi dei prezzi all’origine.
La crisi climatica che ha devastato i raccolti nei Paesi produttori, Vietnam in particolare, le tensioni geopolitiche che stanno cambiando le tradizionali rotte alle forniture, l’esplosione dei noli marittimi, sono le cause principali che stanno determinando i rialzi dei prezzi all’origine alle borse merci di Londra e New York, con l’Arabica che ha avuto in un anno incrementi superiori al 60% e la Robusta di oltre il 90%. In queste condizioni gli aumenti diventano inevitabili, nonostante le attenzioni, la responsabilità e l’interesse dei Pubblici Esercizi di proteggere i consumi della tazzina di caffè, simbolo anche della identità e dei valori della socialità italiana”. Questo il commento di Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio in merito al tema dell’aumento dei prezzi del caffè, che negli ultimi giorni è stato portato all’attenzione dagli organi di stampa attraverso stime a volte inesatte e distanti dalla realtà.
A questo proposito, FIPE rileva che a fronte di un tasso di inflazione del +16% tra luglio 2021 e luglio 2024, i prezzi nei bar sono cresciuti del 13%. Anche sulla tazzina di espresso gli aumenti sono al di sotto dell’inflazione, continuando a mantenerne il prezzo tra i più bassi d’Europa.
FIPE specifica inoltre che i dati ufficiali su cui si basano le analisi della Federazione mostrano aumenti a livello di singole città considerevolmente più contenuti rispetto ad alcune stime comunicate alla stampa: l’aumento registrato, per esempio, a Bolzano, infatti, è pari al 6% sul 2022 (12% sul 2021), mentre a Pescara è del 13%.
Da ultimo, si segnala che negli ultimi 10 anni il numero delle imprese che svolgono attività esclusivamente di bar è diminuito di oltre 22mila unità.