Imprenditoria femminile, una sfida che riguarda società ed economia
Non è solo un tema di genere: la parità e l’inclusione lavorativa delle donne è fattore di crescita anche per l’economia
TRENTO. Infrastrutture sociali, risorse, welfare e soprattutto un cambio di paradigma culturale. E la maternità intesa come fatto personale ma anche come parte di un progetto familiare condiviso e risorse economica per la società. Il tema dell’imprenditoria femminile sconta oggi arretratezza negli strumenti a sostegno della maternità e, più in generale, della cura domestica e familiare molto spesso ancora sulle spalle della componente femminile.
A trattare il tema, questa mattina nella sala Calepini della Camera di commercio c’erano Valentina Picca Bianchi, Presidente del Comitato Impresa Donna Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la Sottosegretaria Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, l’Assessore allo Sviluppo Economico, lavoro, università e ricerca Provincia Autonoma di Trento e Tatiana Biagioni, Presidente Avvocati Giuslavoristi Italiani.
«Istruzione e formazione elementi importantissimi – ha spiegato la Sottosegretaria al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali – Il covid ha evidenziato quanto sia importante la formazione e l’istruzione. Occorrono percorsi formativi più moderni, per indirizzare i ragazzi e le ragazze durante tutto il percorso di studio. La politica deve saper ascoltare: non può fare da sola bensì creare sinergia con chi rappresenta il tessuto economico e produttivo, fare sintesi e calibrare misure efficaci e che rispondano alle esigenze del mondo imprenditoriale e del mondo del lavoro»
«Abbiamo un divario occupazionale di 19,5% tra uomini e donne – commenta Tatiana Biagioni – il reddito delle avvocate è del 50% in meno rispetto ai colleghi uomini. Ci vogliono altre politiche, che sostengano soprattutto la maternità e il valore sociale che essa ha. Nel 2001 è stata varata una norma che non è più di protezione e punizione ma che riguarda la parità di genere, che punta sulla trasparenza e su un percorso destinato a certificare le aziende che si danno da fare per dare un nuovo valore al tema della conciliazione vita/lavoro»
«Il tasso di occupazione femminile in Trentino – le parole dell’Assessore provinciale allo Sviluppo economico – è di 4 punti inferiore alla media nazionale. Lavoriamo da tempo, con una maggiore attenzione alla componente femminile nell’incentivare la nascita e la crescita di nuova impresa perché la dobbiamo aumentare la propensione a fare impresa da parte del genere femminile. È una questione anche culturale, anche nella suddivisione degli ambiti lavorativi. 600 donne lavoratrici ogni anno si licenziano per la nascita di un figlio e non tornano più al lavoro. In Trentino ragioniamo per fare qualcosa di più: dobbiamo invertire la rotta per far tornare al lavoro queste donne, perché ciò ci rende un doppio vantaggio: economico ma anche sociale. È sicuramente un tema importante e prioritario perché un figlio è sia un valore personale ma anche un investimento per l’economia del futuro».
«L’intuizione di questo governo – ha detto Valentina Picca Bianchi – è stata di dare impulso e fiducia ai lavori del Comitato Impresa Donna presso il MIMIT, un punto di ascolto attento alle dinamiche dei vari settori d’impresa al femminile anche attraverso l’inclusione strategica dei corpi datoriali nel comitato stesso. Il futuro è già qui perché è un tempo buono, è un tempo di consapevolezza. Siamo tutti consapevoli che attivare il genere femminile non solo dal punto di vista di lavoratrici dipendenti, ma soprattutto come produttrici economiche e quindi imprenditrici, significa abbracciare una visione di futuro. Creare impresa vuol dire creare valore: un approccio che non solo valorizza le capacità individuali delle donne, ma porta benefici diffusi all’intera economia e comunità, costruendo un futuro sostenibile e prospero per tutti. Tra gli obiettivi del Comitato sogniamo un mondo in cui le giovani donne siano ispirate a realizzare il loro potenziale imprenditoriale, un mondo in cui ogni ragazza possa credere in sé stessa e avere accesso a risorse, istruzione e supporto necessario per ideare, avviare e far crescere la propria impresa. E che alla domanda “che cosa vuoi fare da grande?” una giovane donna possa rispondere: “fare impresa”. Grande attenzione al tema del riconoscimento e della tutela della maternità anche per le imprenditrici, finora mai affrontato unitamente alla esigenza di una nuova e univoca definizione di impresa femminile, priorità del Comitato stesso. Si va verso la scrittura di un nuovo paradigma culturale».
«È un tema che riguarda l’intera società – per Tatiana Biagioni – non soltanto le donne. Le famiglie e le donne devono avere la possibilità e la libertà di scegliere; una strada è quella di defiscalizzare i costi legati al sostegno ed alla cura della famiglia. In attesa di elaborare infrastrutture sociali adeguate, occorre agire subito, trovando strade differenti. Anche alcune norme di protezioni, anche importanti, vanno riviste e adeguate.