Mixer feb. 24 “Non si può essere buoni a metà”

27 Febbraio 2024

Il Punto di Lino Enrico Stoppani – presidente Fipe-Confcommercio

“Non si può essere buoni a metà”: così diceva il campione di sport e di vita Giacinto Facchetti. È una massima luminosa che indica una strada chiara e semplice: non esiste un approccio selettivo all’etica, dove talvolta ci si comporta
bene e altre volte si prendono scorciatoie
; il bene non è fatto di sfumature di grigi, ma richiede un’interezza di opere e intenti, una coerenza che andrebbe ricordata a coloro che pretendono e richiamano buoni comportamenti, senza poi testimoniarli con il loro esempio.

Questa coerenza, d’altro canto, ha anche una ricaduta molto concreta: crea fondamenta solide per le relazioni interpersonali e contribuisce alla costruzione di comunità più forti. Tuttavia, questa coerenza non sembra così facile da riscontrare nel nostro Paese, che soffre di una zoppia morale, la quale trascina poi i grandi problemi economici, sociali, culturali ed educativi che si manifestano anche nelle piccole cose della quotidianità.
Lo vediamo bene dall’osservatorio privilegiato delle nostre attività di Pubblico Esercizio, dove frequentemente raccogliamo e registriamo aggressività, malumori, pretese e anche maleducazione, da gestire con
la pazienza e la responsabilità che il mestiere insegna, ma che rappresentano un termometro dell’umore sociale che non si esaurisce certo al tavolo del ristorante.
Curioso, infatti, come i recenti dati 2022 di ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) dicano che in Italia non si è mai litigato così tanto a bordo degli aerei, con episodi raddoppiati rispetto al 2019 e sestuplicati nel confronto
con il 2015, con una crescita esponenziale anche del numero dei viaggiatori indisciplinati.
E persino la ‘Prima alla Scala’, anziché celebrare la maestosità di un’eccellenza italiana di cui andare orgogliosi, è diventata l’occasione di scontro politico sulle presenze nel Palco Reale. Infine, è emblematica
della diffusa voglia di litigiosità anche la vicenda di Chiara Ferragni
, inciampata pesantemente sul Pandoro, con il pubblico riconoscimento dell’errore riparato anche con un’importante donazione risarcitoria, nei
confronti della quale è continuata a lungo la crocefissione mediatica.

Non stupisce quindi che, a fine 2023, il 57° Rapporto CENSIS abbia tratteggiato un’Italia piena di contraddizioni, descritta come una società di “sonnambuli e ciechi dinanzi ai presagi”, dove prevale il rancore rispetto alla necessità di ricercare un modus vivendi fatto di collaborazione, rispetto e responsabilità, viste anche le difficoltà di contesto. Il ‘rancore’ peraltro non è affatto sentimento neutro in economia, generando in particolare due conseguenze: da una parte, produce inefficienze laddove cooperazione e negoziazione ne vengono ostacolate, dall’altra, inibisce importanti opportunità di collaborazione, quell’apertura, insomma, che è il moltiplicatore di ricchezza del mercato.
Certamente non pensava al mercato l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, quando nella sua Pastorale alla Città ha richiamato a recuperare coraggio e fiducia per realizzare “alleanze costruttive”, necessarie per superare l’epidemia della paura, che confonde le idee e semina pessimismo, isolando le persone e alimentando mediocrità e rassegnazione. Tuttavia, il principio rimane valido anche per chi fa impresa: servono “alleanze costruttive”, saldate con la capacità (e la pazienza) di trovare quello che unisce per fare quello che è meglio per tutti. Se è vero che non si può essere buoni a metà, è altrettanto vero che – insieme – ognuno può fare bene almeno il doppio.

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