“L’incremento dei salari dei nostri lavoratori è legato allo stato di salute del settore: serve che il Governo e la Politica mettano le aziende della Ristorazione Collettiva in condizioni di poter sopravvivere”
Il 22 dicembre sciopero dei lavoratori della Ristorazione Collettiva per il rinnovo del contratto
Il Presidente Angem: “Comprendiamo le necessità dei lavoratori ma siamo con le spalle al muro: costi delle materie prime e mancata revisione prezzi stanno mettendo in ginocchio le mense.
Roma, 14 dicembre 2023 – La ristorazione collettiva torna a far sentire la propria voce e senza un immediato intervento delle istituzioni per affrontare e risolvere i problemi del settore sarà complicato riprendere le trattative per il rinnovo del contratto collettivo del lavoro.
In un settore che opera prevalentemente in appalto seguendo regole e procedure stabilite dalle istituzioni, il rinnovo del contratto nazionale di lavoro non può che essere connesso alla correzione da parte del legislatore di regole scritte male: l’ aggiornamento dei salari per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori di settore non può che essere collegato allo stato di salute del settore: è necessario mettere le aziende della Ristorazione Collettiva in condizioni di poter sopravvivere e garantire la continuità di un servizio fondamentale per il nostro paese e di un impiego sicuro per i lavoratori considerando che il 90-95% dei nostri contratti sono a tempo indeterminato.
“Abbiamo lanciato l’allarme già da tempo: le aziende non possono farsi carico dei maggiori costi di generi alimentari ed energia, ma nemmeno possiamo pensare di farli ricadere sulle famiglie – dichiara Carlo Scarsciotti, Presidente di Angem -. Per questo serve un intervento immediato del Governo per creare le condizioni di un meccanismo di revisione prezzi. Il nuovo codice dei contratti si occupa di ponti, strade e ferrovie, trattando residualmente il comparto della ristorazione collettiva che merita maggiore attenzione e rispetto “
La ristorazione collettiva, che in Italia da lavoro a 100.000 addetti e prepara e serve oltre un miliardo di pasti all’anno, è un settore con un forte valore sociale che sta attraversando tra pandemia e aumento delle materie prime una crisi senza precedenti.
Manca, secondo il presidente di Angem, innanzitutto la consapevolezza dell’importanza che le mense rivestono nel tessuto sociale ed educativo del nostro Paese nel garantire un’offerta alimentare sana, bilanciata, di qualità, innanzitutto per le categorie più fragili come anziani e bambini, ma non solo. “Oggi i bambini a scuola, i degenti negli ospedali, gli ospiti nelle case di riposo hanno diritto a un pasto, e a mangiare sano. E nel garantirglielo, noi siamo un’eccellenza italiana ed europea, a cui tutti guardano come un modello. Ma i governi, di qualunque colore e orientamento, paiono essersene dimenticati”.
“Le imprese del settore chiedono alla politica lo stesso senso di responsabilità che le aziende continuano a dimostrare, da sole e a proprie spese, anche oggi senza mai interrompere i servizi della refezione nelle scuole, negli ospedali e nelle case di riposo. A livello istituzionale è necessario un intervento sulla revisione dei prezzi ed una rimodulazione della obbligatorietà di
derrate come biologico, km 0, filiera corta che consenta alle aziende di rendere sostenibili e produttivi i servizi erogati e garantire una sana occupazione ai lavoratori che operano all’interno del settore.” (Carlo Scarsciotti)
Le imprese della Ristorazione Collettiva attendono risposte concrete e risolutive da parte del Governo e della Politica per poi poter riprendere il dialogo e le trattative in un tavolo dedicato e specifico per il settore.