Mixer mar. 23 – Una giornata per la ristorazione non basta, ma serve
Le giornate celebrative generalmente si propongono per due ragioni: per ricordare o per valorizzare. ‘La Giornata della Ristorazione per la cultura dell’ospitalità italiana’, che FIPE-Confcommercio ha programmato per il prossimo 28 aprile, si pone ambiziosamente e con grande entusiasmo entrambi questi obiettivi.
Da una parte, questa ricorrenza vuole essere un vero e proprio invito a non dimenticare: un appello innanzitutto rivolto alle istituzioni e alla politica a ricordare, non tanto le ferite e i danni registrati dal settore nel corso della crisi pandemica, quanto piuttosto i valori che questo comparto rappresenta per il nostro Paese, sia in termini economici (numero di imprese, addetti, fatturato), ma anche in termini di filiera e promozione del Made In Italy.
La ristorazione è componente altamente identitaria dei territori e rappresenta un momento di socialità e aggregazione con implicazioni culturali di ampia portata e quotidiana ricaduta. Questo le attribuisce non solo dignità nel mercato, ma anche una strategica funzione comunicativa dell’italianità, in Italia e nel mondo.
Tuttavia, c’è anche dell’altro da ‘non dimenticare’: è importante trovare un momento di condivisione dove riflettere sul percorso travagliato che la Ristorazione ha affrontato in questi anni difficili, pagando per colpe sue e non sue, rimanendo a singhiozzo chiusa o costretta a regime ridotto con regole fantasiose per lunghi periodi, poi giudicata attività ‘non essenziale’, finendo per non avere sostegni adeguati ad un rilancio orientato ad una reale riqualificazione della produttività e dell’attrattività settoriale.
Ricordare tutto questo non significa indulgere nella commemorazione (anche se di chiusure se ne sono verificate tante, troppe, nel mercato), ma deve piuttosto portare con più determinazione al secondo obiettivo della Giornata: la valorizzazione del settore, laddove la parola già coglie il vero punto di partenza dell’iniziativa, i ‘Valori’, appunto.
La Giornata dedicata alla Ristorazione italiana, inoltre, non vuole dimenticare gli ultimi, coloro ai quali il cibo manca, con una bella collaborazione tra FIPE e Caritas che rispecchia la generosità di un settore che popola le strade e le piazze delle città e difficilmente nega un aiuto a chi sulla strada ha bisogno.
Ma non solo: la Giornata della Ristorazione si ispira infatti alla ‘Carta dei Valori della Ristorazione Italiana’, manifesto che FIPE ha voluto scrivere nel 2021, in un momento buio per le sue imprese, sintetizzando i punti fermi della visione del nostro settore e del nostro Paese che fossero in grado di rischiarare il futuro. In questi mesi, la Carta è stata firmata e sostenuta da istituzioni, imprenditori, opinion leader, ristoratori, cittadini, esplicitando le implicazioni sociali, culturali, antropologiche, identitarie di un settore concretissimo, ma ricco di idee e simboli.
Proprio ad un simbolo sarà dedicata questa prima edizione della Giornata della Ristorazione: il pane, elemento centrale e quotidiano della tradizione gastronomica del Paese e della cultura popolare, espressione, nelle sue innumerevoli qualità, della varietà dei territori che compongono lo Stivale e capace di tradurre nella semplicità innovazioni ed evoluzioni tecniche e sociali. E fortemente simbolico è anche il coinvolgimento delle più alte istituzioni del Paese con l’intento di dare a questa iniziativa l’attitudine festosa di un momento di condivisione, ma anche la solennità di una celebrazione ufficiale capace di attivare le migliori energie del Paese.
Perché forse una Giornata da sola non basta per raddrizzare le cose, ma forse serve a raddrizzare lo sguardo sul nostro lavoro di ogni giorno.
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