Sicurezza Vera, al via i corsi del protocollo
Al via gli eventi formativi previsti dall’accordo programmatico siglato con la Questura di Trento
TRENTO. È partito a Trento il percorso formativo del progetto Sicurezza Vera, promosso da FIPE Confcommercio – Gruppo Donne imprenditrici, per sensibilizzare e fornire strumenti concreti a sostegno della legalità e per la cultura di genere.
Primo evento in presenza in Italia, il corso di ieri ha registrato una grande partecipazione di imprenditori associati, segno di un forte interesse della categoria ai temi affrontati.
C’era la sala gremita, ieri, nella sede di Confcommercio Trentino per il primo di una serie di incontri dedicati al protocollo Sicurezza Vera, avviato a livello nazionale nel 2021 dopo la firma dell’intesa tra il gruppo Donne Imprenditrici di FIPE – Confcommercio e la Polizia di Stato. Un protocollo che a Trento era stato presentato l’11 aprile 2022 e che ieri ha mosso i primi passi grazie anche all’accordo programmatico siglato tra le Associazioni dei pubblici esercizi del Trentino e dei ristoratori del Trentino e la Questura di Trento.
All’incontro sono intervenuti la presidente dell’Associazione Pubblici esercizi del Trentino Fabia Roman, il vicepresidente dell’Associazione ristoratori del Trentino Francesco Antoniolli, Stefania Segnana, assessore provinciale competente per materia, il dott. Maurizio Improta Questore della Provincia di Trento, il dott. Sandro Raimondi, Procuratore Capo della Provincia di Trento; la dott.ssa Annamaria Maggio, primo dirigente della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato presso la Questura di Trento; la dott.ssa Maria Paola Taufer, Presidente della Commissione Provinciale Pari Opportunità e il vicesindaco di Trento Roberto Stanchina.
La presidente Fabia Roman, nel ringraziare i relatori del corso ha evidenziato come l’adesione massiccia degli imprenditori associati, sia dimostrazione di una elevata sensibilità a tematiche rilevanti e delicate che hanno a cuore la sicurezza sociale e, in particolar modo, il contrasto ad ogni forma di violenza: «Il protocollo – ha detto – non è rimasto negli intenti in esso contenuti, ma sono state profuse sinergie e collaborazioni con le Istituzioni competenti per consentire di attuare praticamente gli obiettivi in esso contenuti attraverso corsi di formazione specifici. Confcommercio Trentino si pone come precursore in Italia di questa sperimentazione di formazione alla legalità e al contrasto alla violenza di genere attraverso il raggiungimento dell’obiettivo di diffusione e conoscenza tra gli operatori economici dei Pubblici Esercizi delle corrette pratiche dirette alla gestione di situazioni di potenziale pericolo o di minaccia alla sicurezza in generale e delle donne in particolare».
«I ristoratori – ha spiegato Francesco Antoniolli – non potevano mancare in questo progetto: siamo fondamentali nella tutela e nella prevenzione verso questa problematica. Il mondo è sicuramente donna, un luogo comune che però noi sappiamo essere vero: la vera immagine delle nostre aziende sono le donne, le mogli, le figlie, le mamme. Tutelare queste nostre colonne è fondamentale, così come metterle in condizione di poter affrontare situazioni critiche e difendersi adeguatamente. Un plauso al gruppo Donne di FIPE per aver promosso questa iniziativa che, in questo momento storico, è quanto mai essenziale e necessaria. Grazie anche ai colleghi ed alle colleghe che sono intervenute oggi perché hanno capito l’importanza di questi momenti».
«L’educazione e la formazione – ha detto l’assessore provinciale Stefania Segnana – sono di vitale importanza per trasmettere la cultura della legalità e contrastare la violenza di genere affinché siano al centro del dibattito pubblico non solo in alcune occasioni, come la Festa della Donna, ma ogni giorno. La formazione, unita alla sinergia tra istituzioni ed enti presenti sul territorio, sono fondamentali per prevenire possibili episodi di violenza e creare una vera cultura della legalità all’interno delle nostre comunità. Occorre parlare di educazione alla legalità e al contrasto alla violenza di genere ogni giorno, così come è fondamentale il coinvolgimento dei giovani e degli attori che presidiano il territorio, che possono giocare un ruolo importante accanto alle forze dell’ordine” – ha continuato l’assessore – . Sui temi importanti della nostra società il lavorare assieme, la collaborazione tra enti ed istituzioni operanti sul territorio, possono fare la differenza».
L’assessore Roberto Stanchina si è complimentato per la partecipazione tutt’altro che scontata su questi temi e si è complimentato per il progetto invitando i locali a fare rete: «Le vostre attività sono anche grandi punti di forza sociale, di forza comunitaria. Credo che quelle attività che investono su questo aspetto così importante alla fine portano anche risvolti economici interessanti, perché chi se ne occupa non guarda solo al prodotto buono per quanto riguarda bibite e food, magari, ma porta anche qualcosa di bello in società e solitamente sono quelle storie imprenditoriali che funzionano molto bene perché vanno al di là di quello che è l’offerta commerciale. Oggi parliamo di cultura di genere a 360 °, perché per esempio oggi dovremmo fortemente tornare a parlare di diritti sul lavoro, per esempio, che è un altro tema che permetterebbe alle nostre famiglie di essere molto più competitive anche per quanto riguarda l’attività sociale. Parliamo di cultura di genere, quando parliamo di politiche dedicate a tutto quello che è anche la parità, proprio nel mondo del lavoro, nella scuola, ma anche in diversi ambiti dove purtroppo ancora nel 2023 il divario è ancora troppo grande tra donne e uomini. Sono temi che a volte si identificano con una piuttosto che con l’altra parte politica, però non è così. Io credo che su questo ci debba essere un impegno trasversale, non solo della politica e delle istituzioni, ma proprio della cittadinanza tutta».
«La violenza di genere – ha detto Maria Paola Taufer – è un argomento estremamente importante e attuale, che richiede la nostra attenzione e la nostra azione. Per questo motivo, oltre a parlarne per accrescere la conoscenza del fenomeno, è necessario mettere in campo strumenti che possano dare risposte su come affrontarla. Un corso di formazione per gli esercenti pubblici è, a mio avviso, il miglior strumento di “azione”, con una doppia valenza: da una parte rendendo gli operatori maggiormente consapevoli e competenti sulle modalità di affrontare e gestire il fenomeno, dall’altra contribuisce in modo significativo a creare ambienti più sicuri e rispettosi verso le donne, promuovendo la cultura della parità e prevenendo la violenza di genere».
L’obiettivo non è caricare sugli esercenti ulteriori responsabilità – ha detto il procuratore Sandro Raimondi, ma chiedere la loro collaborazione. Non solo per trovare i colpevoli ma anche per prevenire eventi illegali o di violenza di genere: per esempio monitorando con più attenzione i comportamenti dei clienti, come ha spiegato il questore Maurizio Improta, che ha fortemente voluto l’attuazione del protocollo attraverso la sottoscrizione di un apposito accordo programmatico.
«Nel 2022 – ha detto il Questore Maurizio Improta – abbiamo firmato 220 ammonimenti: per il 98% riguardano uomini che, nel 95% dei casi sono conviventi. Andando ad analizzare tutte le istruttorie dei vari ammonimenti c’è l’elemento comune dell’alcol che è alla base di comportamenti irriguardosi da parte di questi uomini nei confronti delle compagne, delle mogli e dei figli. In questo senso è molto importante anche la collaborazione dei gestori di pubblici esercizi. Quando mi è stato proposto il rinnovo del protocollo per individuare, non solo per quanto riguarda il tema della sicurezza delle imprenditrici, che vanno tutelate, ma come punto di contatto di una società liquida che si muove in continuazione fra bar, ristoranti, locali notturni in base alle differenti ore del giorno e della notte, ho accolto con grande favore l’idea di creare una rete di presidio che ci possa fornire indicazioni. Non si tratta di essere dilatori o far perdere tempo: noi siamo pagati per dedicare il nostro tempo alla Comunità».
«Noi cercheremo, come forze dell’ordine, di darvi tutta l’assistenza possibile. Per quanto riguarda la vostra sicurezza, ma anche tutta la disponibilità per qualsiasi tipo di indicazione o segnalazione o qualcosa che vi accade sotto gli occhi e che specialmente l’occhio di una donna può avere prima di quello di un uomo. La disponibilità è totale e quindi vi ringrazio per questa opportunità e quello che date anche ai miei collaboratori, i miei funzionari, per poter lavorare ancora più serenamente in questo ambito».
«Tutti noi – le parole del procuratore Sandro Raimondi – siamo inseriti in un contesto che io ho sempre definito, quello del Trentino, virtuoso. Siamo diversi ma siamo in una realtà felice, anche se ovviamente ci sono anche qui ci sono problemi seri, problemi di una società evoluta. Io ho sempre detto dobbiamo combattere e creare cultura per non celebrare più l’otto di marzo, per non celebrare più il 25 novembre, perché sono un evidente segnale di discriminazione. Ovviamente non ci riusciremo noi: i nostri figli, i nostri nipoti forse non celebreranno più la giornata della donna perché non ce ne sarà più bisogno. Ma si parte da oggi, facendo cultura e facendo formazione. Quando sono arrivato a Trento ho raddoppiato il numero dei pubblici ministeri che trattavano la violenza di genere, perché bisogna dare dei segnali concreti».
«Abbiamo, unica Procura in Italia, effettuato un protocollo operativo concreto con l’Azienda sanitaria di Trento, e lo stiamo rinnovando in questi giorni è. La provincia di Trento attraverso l’azienda sanitaria mette a disposizione delle forze di polizia e dei magistrati – un turno h24 e 7 giorni su 7 -degli psicologi che accolgano le vittime dei reati di violenza di genere che sono sempre donne. Non possiamo chiuderci gli occhi, non possiamo tapparci le orecchie: non dovete chiudervi gli occhi, non dovete tapparvi le orecchie. Ma al di là del discorso di prevenzione in senso concreto e di tutela della collettività c’è anche un’altra funzione che voi dovreste avere che è quella di ascoltare e di consigliare».
«Solo nel 1975, con il nuovo diritto di famiglia, – ha spiegato la dott.ssa Anna Maria Maggio – è stato abolito l’obbrobrio della potestà maritale che consentiva al Pater familias la possibilità, anzi, il dovere, di educare la donna e di riportarla all’ordine qualora la moglie succube non volesse sottostare alle volontà. La violenza di genere è una situazione da sempre presenta ma che è emersa solo recentemente per i progressi dell’impianto legislativo del nostro Paese: un impianto che si è evoluto grazie ad una nuova cultura di rispetto e dignità. Assistiamo oggi ad un’impennata dei casi perché le donne cominciano a prendere consapevolezza e cominciano a dire io questa relazione non la voglio continuare, questo matrimonio deve finire».
«Cosa possiamo fare? Intanto il fenomeno della violenza di genere dobbiamo comprendere che un fenomeno sociale, è una piaga sociale come la tossicodipendenza come l’alcolismo, come altri fenomeni sociali, va combattuto ma va combattuto non solo dalle forze dell’ordine o dalla magistratura ma da tutta la società, da tutti noi, noi come cittadini responsabili di uno Stato civile che vuole progredire, che non vuole vedere i propri figli le proprie figlie un domani essere rispettivamente vittime o autori di violenza».
All’incontro ha partecipato, in videocollegamento, anche la presidente nazionale del gruppo Donne Imprenditrici di FIPE, Valentina Picca Bianchi: «Vedo con orgoglio che c’è un’Italia, quella della Federazione e di Confcommercio, che si sta muovendo insieme con un grande senso di corresponsabilità: voglio ringraziarvi per il lavoro che state svolgendo, perché Sicurezza Vera nasce in seno al gruppo Donne di FIPE e sta raggiungendo tutti i territori. Ho condiviso un’emozione e una soddisfazione molto grande nel vedere che la formazione si sta concretizzando: la sicurezza è un diritto di tutti ma tutti dobbiamo partecipare affinché sia condivisa, come dice il prefetto Messina».
#sicurezzavera
In Italia esiste un pubblico esercizio ogni 250 abitati, una rete di locali che può essere trasformata in un vero e proprio sistema di controllo del territorio. Un osservatorio permanente che può essere dedicato alla prevenzione e al contenimento della violenza sulle donne e della criminalità. Il 28 aprile 2021 la Fipe, il Gruppo donne Imprenditrici Fipe e la Polizia di Stato, hanno siglato un protocollo volto a realizzare iniziative destinate a diffondere la cultura di genere e contrastare la violenza contro le donne. Nell’ambito di questo protocollo si inserisce #sicurezzaVera, il progetto volto a migliorare i livelli di sicurezza del territorio attraverso il coinvolgimento degli attori economici e, in particolare, dei pubblici esercizi.
Sicurezza vera si presenta quindi come una campagna di prevenzione contro la violenza di genere che mira a far diventare pubblici esercizi, bar, discoteche, ristoranti e non solo, veri e propri presidi di legalità e tutela. Delle sentinelle del territorio, ma anche come luoghi dove garantire sicurezza e legalità alle titolari, ai dipendenti ed agli stessi clienti. Il progetto prevede dei momenti formativi e informativi rivolti sia ai titolari sia al personale dei pubblici esercizi. Il progetto è stato presentato a Trento lo scorso 11 aprile 2022 con il coinvolgimento della Provincia e della Questura di Trento.
Il 6 marzo 2023, #SicurezzaVera trova concreta attuazione nella provincia di Trento attraverso un accordo programmatico stipulato tra la Questura di Trento, l’Associazione Pubblici esercizi del Trentino e l’Associazione Ristoratori del Trentino, in cui viene formalizzato l’impegno a realizzare una serie di momenti informativi e formativi. Trento come progetto pilota. Il corso in programma il 6 marzo 2023 è il primo corso formativo sperimentale previsto in presenza in tutta Italia, da quando è iniziata la campagna di prevenzione #sicurezzaVera.
I dati occupazionali e sulla demografia delle imprese registrano una presenza sempre più significativa delle donne all’interno delle attività di pubblico esercizio. In Italia più del 50% del personale impiegato nei pubblici esercizi è di sesso femminile e sono sempre di più le donne che fanno impresa nel settore dei Pubblici esercizi. In Trentino, nel settore dei bar, le imprese femminili corrispondono al 40%: su 1282 bar attivi nella provincia di Trento 510 sono condotti da donne.