ENERGIA, FIPE-CONFCOMMERCIO: “ESTENDERE E RAFFORZARE IL CREDITO DI IMPOSTA CONTRO LE BOLLETTE MONSTRE”

23 Agosto 2022

Roma, 23 agosto 2022 –Senza un intervento immediato che faccia da argine all’incremento esponenziale dei costi delle bollette per luce e gas che si è registrato nelle ultime settimane, presto i consumatori si troveranno a fare i conti anche con l’impennata dei listini in bar e ristoranti.

Fino a questo momento le imprese della ristorazione italiana si sono rivelate le più virtuose d’Europa, ammortizzando questi extra costi senza scaricarli sulla clientela, ma il sistema ora non è più sostenibile. Bisogna correre ai ripari estendendo immediatamente il credito di imposta anche alle imprese non energivore e non gasivore, per coprire gli aumenti che si stanno registrando nelle ultime bollette e che sembrano destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi. Un credito di imposta che dovrà però essere ben superiore al 15% per l’energia elettrica e al 25% per il gas previsto per il II trimestre 2022 dal momento che le imprese si trovano a fronteggiare aumenti ben più consistenti. In più, dovrà essere concessa la possibilità di rateizzare le bollette monstre ben sapendo che il credito d’imposta è successivo al pagamento e anche se più “generoso” non potrà mai compensare interamente l’extra costo”.

Questa la richiesta di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, per contenere gli effetti del caro energia. Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi Fipe, a luglio i prezzi dei servizi della ristorazione sono cresciuti del 4,9% rispetto allo stesso periodo del 2021, a fronte di una crescita media nei paesi dell’Unione europea del 7,8%, con incrementi del 9,2% in Austria, dell’8% in Olanda e del 7,7% in Germania.

Per contro, la ristorazione italiana deve fare i conti con bollette triplicate nel giro di un anno.

Una pasticceria del centro di Firenze, ad esempio, che a luglio 2021 ha speso 2.307 euro per 9.383 kwh di consumi di energia elettrica, a luglio di quest’anno ha speso 10.243 euro per 11.721 kwh con un costo al Kwh che è salito da 0,16 a 0,69 euro. Analogo discorso per un bar di Roma, costretto a pagare a luglio 6.946 euro kwh a fronte dei 2.316 euro di un anno fa per un consumo equivalente di poco più di 10 mila kwh. In questo caso il costo del Kwh è passato da 0,14 a 0,52 euro.

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