“Pericolo Mediterraneo per l’economia del mare” organizzato da Confcommercio, in collaborazione con l’ENEA
“Trentamila imprese balneari con 100 mila addetti diretti, (insieme all’indotto superano il milione), fanno della balneazione attrezzata italiana un fattore cruciale nel mercato internazionale delle vacanze, ha affermato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari, oggi a Roma presso la sede nazionale di Confcommercio, in occasione del convegno dal titolo: “Pericolo Mediterraneo per l’economia del mare”, l’impatto dell’innalzamento delle acque per le attività turistico-balneari e marittimo-portuali.
Del resto come evidenziato nel ‘XXII Rapporto sul Turismo’ del CNR, presentato alla BIT di Milano, la vacanza al mare continua a costituire la parte prevalente e più consistente del turismo italiano che vale oltre il 13% del PIL e il 14% degli occupati.
“Questo importante mondo economico è, non solo preoccupato, ma già effettivamente e concretamente colpito dai cambiamenti climatici che, come si è visto negli eventi disastrosi del 29 ottobre scorso, non sono una ipotesi scientifica ma un fenomeno già in atto che produce danni rilevanti” – ha continuato Capacchione.
La salvaguardia e la tutela della costa è vitale per l’esistenza stessa delle imprese balneari. C’è urgente bisogno di una mobilitazione straordinaria di risorse pubbliche e private su progetti di qualità in termini di efficacia ed economicità e per interventi tempestivi.
Non aiutano la precarietà giuridica delle imprese che impedisce un loro coinvolgimento economico, così come la pluralità dei soggetti competenti in materia, (dallo Stato alle Regioni, dai Comuni alle Sovrintendenze, dall’Arpa all’Adb, dalle Dogane all’Agenzia del Demanio), che complica e ritarda interventi che invece, per essere efficaci, necessitano soprattutto di tempestività.
Crea sconcerto che a distanza di oltre 20 anni non siano state ancora emanate dal Ministero dell’Ambiente le direttive generali e i criteri per la programmazione, pianificazione e gestione degli interventi di difesa delle coste di cui all’articolo 89 comma 1 lettera h del decreto legislativo 31 marzo 1998 nr. 112.
“Ci auguriamo che il provvedimento e il rispetto della tempistica prevista dalla recente Legge di Stabilità, (legge 30 dicembre 2018 nr. 145 art. 1 comma 675), possa finalmente contribuire a superare questa grave lacuna – ha proseguito il presidente del Sindacato – insieme a una ormai, non più rinviabile, revisione e aggiornamento della parte demaniale del Codice della Navigazione risalente al lontano 1942”.
A questo proposito si segnala l’inadeguatezza dello strumento indicato dalla stessa Legge di Stabilità per siffatta finalità e cioè un DPCM. Strumento palesemente inefficace, per violazione della gerarchia delle fonti normative, a produrre le doverose modifiche in una materia che è disciplinata per legge.
“Le imprese balneari italiane, pronte a fornire il proprio contributo anche in termini economici – ha concluso Capacchione – si stanno pertanto battendo per rimuovere gli ostacoli che, di fronte ai cambiamenti climatici in atto, impediscono, limitano o ritardano la tutela, salvaguardia e valorizzazione delle coste italiane”.
Al convegno, oltre al presidente di S.I.B.-Fipe, Antonio Capacchione, sono intervenuti: il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli; il presidente di ENEA, Federico Testa; il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, Giovanni Pettorino; il Membro di Giunta Confcommercio con delega all’ambiente, Patrizia Di Dio; il presidente di Federlogistica-Conftrasporto, Luigi Merlo e il presidente di Assonat-Confturismo, Luciano Serra.
14-02-2019