Mixer ott. 2018 – Il bar italiano resta un modello
L’apertura del primo Starbucks avvenuta nei giorni scorsi a Milano è l’occasione per fare una riflessione sul bar e sui tanti imprenditori e lavoratori che ogni giorno tengono in piedi questo straordinario format italiano.
I 150 mila bar formano un “popolo” a cui quasi mai viene riconosciuta la giusta attenzione. In questo senso credo di poter dire che si tratta di un “piccolo popolo” inteso nella tradizione nordica, fatto di elfi e folletti, che all’apparire della luce diventano invisibili ma ci sono pur senza fare notizia, non si vedono ma lavorano.
Ogni tanto, andando a fare qualche misurazione, si scopre che questo “piccolo popolo” conta 360.000 posti di lavoro, un valore aggiunto di 7 miliardi di euro e più di 5 miliardi di transazioni commerciali ogni anno.
Dentro questi pochi numeri sta la straordinaria dimensione economica di un format che, tuttavia, non esaurisce qui la sua mission. Al contrario, il bar disvela anche nella dimensione sociale e persino individuale l’importanza della sua funzione. Con 2,4 esercizi per mille abitanti è, con tutta evidenza, l’attività a maggiore diffusione territoriale. Un bar è ovunque, persino sulla cima di una montagna. Su 8.092 comuni presenti in Italia soltanto 742 (9% del totale) non hanno un bar.
leggi l’intero articolo di Luciano Sbraga pubblicato su Mixer di ottobre 2018 in allegato
link correlati: