I problemi degli imprenditori balneari ancora in alto mare

15 Gennaio 2018

Non ci voleva la sfera di cristallo per prevedere che il Disegno di legge delega sulla riforma demaniale non avrebbe superato l’esame del Senato. Infatti già a metà ottobre, in occasione del SUN di Rimini, la nostra Organizzazione SIB – Confcommercio insieme a FIBA – Confesercenti e OASI – Confartigianato, a fronte di una situazione politica in grande fibrillazione – e che si avviava velocemente verso la fine della legislatura – chiese che fosse data concretezza ai punti più significativi del ddl (riconoscimento di un periodo transitorio di 30 anni legato anche al legittimo affidamento, riconoscimento del valore aziendale, superamento del meccanismo di calcolo del canone con l’eliminazione dei valori OMI), introducendoli nel Decreto Legge collegato alla Finanziaria.

Ci sembrava il modo migliore per non far finire la legislatura senza aver prodotto almeno un provvedimento di tutela reale delle attuali imprese balneari, lasciando poi al futuro Parlamento il compito di completare la riforma e di fare ancora di più e meglio rispetto a quanto già prodotto. Appello che abbiamo rivolto a tutte le Forze politiche convinti che in quel contesto solo un largo consenso parlamentare avrebbe potuto dare una risposta positiva alle nostre necessità, garantendo anche maggiore capacità di pressione nei confronti della Commissione Europea.

Prendiamo atto che, ancora una volta, la politica nel suo complesso non lo ha saputo fare, che si lasciano di nuovo le imprese balneari nella più assoluta precarietà, senza alcun punto fermo, e che tutto viene rinviato alla prossima legislatura, con le molte incertezze che ne derivano e che, a seconda di come si svilupperanno, potrebbero metterci ancora di più in difficoltà.

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