SPECIALE CERNOBBIO 22-23 MARZO 2013

23 Marzo 2013

SPECIALE CERNOBBIO 22-23 MARZO 2013
CONFCOMMERCIO LANCIA UN NUOVO INDICATORE PER MISURARE LA POVERTÀ
Con Il Misery Index Confcommercio Nel 2013 I Poveri Saranno Più Di 4 Milioni

Il numero di persone ‘assolutamente povere’ quest’anno in Italia supererà quota quattro milioni. È quanto stimato dall’ufficio studi di Piazza Belli con il Misery index Confcommercio (MiC),

il nuovo indicatore macroeconomico mensile ideato proprio per misurare il disagio sociale e lo stato di povertà. Questo nuovo strumento pesa maggiormente le componenti relative al mercato del lavoro, la disoccupazione ufficiale, la cassa integrazione, gli scoraggiati e il tasso di variazione dei prezzi di beni e servizi acquistati. È stato così calcolato che nel 2013 i poveri supereranno ampiamente i 3,5 milioni ‘certificati’ ufficialmente dall’Istat per il 2011: si tratta di oltre il 6% della popolazione, contro il 3,9% registrato nel 2006. il MiC ha raggiunto il massimo alla fine del 2012;

il tasso di disoccupazione è stato dell’11,7%, pari a 3 milioni di persone, cui si aggiungono 680mila scoraggiati e 200mila cassintegrati. Confcommercio stima infatti che anche solo considerando i dati Istat, le persone assolutamente povere erano meno di 2,3 milioni nel 2006 e va riconosciuto che “l’Italia in cinque anni ha prodotto circa 615 nuovi poveri al giorno e che quest’area di disagio grave è destinata a crescere ancora, e di molto”. Infatti, il calo del prodotto interno lordo italiano quest’anno sarà peggiore delle ultime recenti previsioni: -1,7% contro un ribasso dello 0,8% indicato cinque mesi fa.

Anche nel confronto con altre realtà europee non va troppo bene.

Nella crisi del lavoro Italia e Spagna vanno a braccetto, con percentuali inferiori rispetto a quelle di Francia e Germania. Nei primi due Paesi il rapporto di occupati rispetto alla popolazione è 37,9%, con l’Italia che dal 2007 ha perso un punto e mezzo. In Germania, invece, l’indice è al 49,3%, in Francia al 41,6%. Con un segnale chiaro: la crisi ai tedeschi ha portato un continuo aumento degli occupati: nel 2007 il rapporto con la popolazione era ‘solo’ del 46,5%, con una crescita in termini reali di due milioni di posti di lavoro. Sempre in Germania, poi anche grazie al contratto di apprendistato formativo e professionalizzante è stato possibile ridurre la disoccupazione giovanile persino durante la recessione globale. È del tutto chiaro, quindi, – analizza ancora l’ufficio studi Confcommercio – che la crisi economica confina ormai con la crisi sociale.

Timide speranze per il 2014, anno per il quale la previsione è di un rialzo del Pil dell’1% netto. Un po’ di beneficio – sempre secondo il rapporto della Confcommercio – viene dal versante dell’inflazione, in ritirata da qualche mese e comunque esclusivamente determinata dalla fiscalità e dai prezzi delle materie prime importate, soprattutto quelle energetiche.

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