Guida all’offerta “economicamente più vantaggiosa” nella ristorazione collettiva in appalto
MENSE: SERVE UNA NUOVA LEGGE
Gli operatori della ristorazione collettiva chiedono l’intervento di Bruxelles e quello del Governo per rilanciare il mercato e assicurare la salute dei cittadini risparmiando sui conti pubblici “Il documento è redatto con grande accuratezza. In tema di appalti per le mese, Regioni e Comuni sono in grande difficoltà.
L’offerta al prezza più basso va bene quando uno deve comperare tre scrivanie, non quando ci sono di mezzo servizi sociali. Io mi trovo perfettamente in linea con questa proposta e mi impegnerò in sede di Parlamento europeo a tramutare in legge le Linee Guida all’Offerta economicamente più vantaggiosa”. E’ questo il commento dell’europarlamentare, Stefano Zappalà, intervenuto alla tavola rotonda organizzata dall’Angem di Fipe-Confcommercio l’associazione nazionale delle aziende di ristorazione collettiva alla presenza di politici, sindacati, e degli stessi gestori.
Anche dalla gestione delle mense si può contribuire a far ripartire l’economia italiana e contenere la spesa pubblica. Il settore gestito al 50% dalle società aderenti alla struttura Fipe-Confcommercio dopo essere rimasto inascoltato per oltre un anno ha nuovamente chiesto con forza l’intervento del Governo e dell’Unione europea per rendere immediatamente applicabili le “Linee Guida all’Offerta Economicamente più Vantaggiosa”, i cui criteri sono stati delineati nel documento redatto a Bruxelles da FERCO (Federazione Europea della Ristorazione Collettiva) ed EFFAT (European Federation of Trade Unions in the Food, Agriculture and Tourism sectors) con il sostegno della Direzione Generale per l’Occupazione e Affari sociali della Commissione europea.
“Sta capitando sempre più di frequente – ha affermato il presidente dell’Angem, Ilario Perotto – che genitori insicuri del pasto a mensa dei bambini portino loro il panino da casa, sostenendo così una spesa doppia per l’alimentazione quotidiana. E capita spesso anche che alcune gare vengano disertate dalle aziende di ristorazione collettiva, perché la base d’asta viene considerata troppo bassa per poter offrire il servizio minimo indispensabile”.
08-06-2006